Pesci trasimeno

B. Borghi, Descrizione geografica, fisica e naturale del lago Trasimeno comunemente detto il lago di Perugia, Spoleto 1821; R. Gambini, Seconda dissertazione intorno il lago Trasimeno, Perugia 1826; G. Riganelli, Signora del lago signora del Chiugi. Perugia e il Trasimeno in epoca comunale (Prima metà sec. XII – metà sec. XIV), Perugia 2002.



San Feliciano
TINCA
Allo stesso modo della lasca anche questo pesce deve considerarsi come uno dei simboli della fauna ittica del Trasimeno. Sta di fatto che quando il comune di Perugia provvide alla sottomissione del proprio contado, nel corso del secolo XII, non solo avviò il processo muovendo dalle isole del lago, la Polvese (sottomessa nel 1139) la Maggiore (tra il 1139 e il 1174) e la Minore (nel 1174), ma quale simbolo del nuovo legame di sudditanza instaurato tra la città e le comunità suddette vi erano proprio questi pesci che, in quantità diverse, dovevano essere annualmente consegnati a Perugia. La comunità di Isola Polvese doveva consegnare 1.000 tinche all’anno, di cui 700 durante la Quaresima e 300 a maggio, mentre la Minore ne consegnava 100 alla Quaresima e 100 a maggio – quanto dovuto dalla Maggiore è purtroppo sconosciuto mancando il documento di sottomissione –. Il quantitativo di tinche dovute alla città, anche se non era di poco conto, non deve e non può essere accolto come dato economico o, peggio ancora, soltanto sotto tale aspetto. Le tinche date alla città erano un omaggio e avevano un valore essenzialmente ricognitivo; era il riconoscere annualmente l’appartenenza allo stato perugino rinsaldando il rapporto che Perugia aveva inteso instaurare con le comunità isolane e il lago stesso. Del resto pur ammettendo un valore economico alle tinche dovute, magari pensando ad altre Mille o giù di lì dovute da Isola Maggiore, il quantitativo non è minimamente paragonabile alle 20 o 30 some girnaliere di pesce – 20-30 quintali – che, nei secoli XIII e XIV, erano immesse nel mercato cittadino durante la Quaresima.

Al di là di simile questione, su cui si rischia di soffermarsi troppo, credo sia giusto sottolineare come le tinche del Trasimeno, stando a Bartolomeo Borghi, siano state di taglia inferiore rispetto a quelle dei laghi di Bolsena e Piediluco, almeno nel periodo in cui lo stesso si occupava della questione. Così egli sottolinea come «questo pesce ingrossa fino al peso di nove o dieci libre» – sui 3 chilogrammi – nei laghi suddetti, mentre nel lago perugino «sono rarissime quelle di 2 libbre» – sui 6-7 ettogrammi – . Attenendosi ancora al Borghi le cause di questa taglia ridotta sono da ricondurre all’introduzione della regina che, stando a quello che si diceva ai suoi tempi, ne aveva «diminuita la specie». Non di meno sembra vi siano stati dei casi in cui le tinche pescate nel nostro lago alla fine del Settecento o all’inizio del secolo successivo abbiano pesato fino a 5 libbre – oltre 1,6 chilogrammi –. Negli anni ’20 del secolo XX si pescavano nel Trasimeno sui 200-250 quintali di tinche all’anno.

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