Edifici e stazioni

F. Girolmoni, La «linea del Trasimeno»: nascita e sviluppo di una ferrovia (1861-1866), in L’Italia s’è desta… Magione dai moti del 1848 a Roma capitale, a cura di F. Girolmoni e G. Zampetti, Perugia 2011, pp. 141-156; G.P. Chiodini, Un diario dell’Ottocento. Il giornale Magionese di Giuseppe Fabretti, Perugia 1997; Idem, Magione nell’Ottocento: cronaca di settant’anni di storia vissuti intensamente, in Magione. Venti secoli di storia, cultura, arte e spiritualità, Magione 2001, pp. 179-241; Idem, Dall’Unità d’Italia alla Grande Guerra: sessant’anni irripetibili per Magione e per il Lago Trasimeno, in Vittoria Aganoor e Guido Pompilj. Un romantico e tragico amore di primo Novecento sul Lago Trasimeno, catalogo della mostra documentaria a cura di M. Squadroni, Perugia 2010, pp. 23-48; Dall’archivio alla città. Magione tra ‘800 e ‘900: aspetti urbanistici e sociali, catalogo della mostra documentaria a cura di Francesco Girolmoni, Perugia 2003; A. CIOCI, Due ferrovie, una storia, Bastia Umbra, 1986; Sulla prosecuzione della ferrovia aretina pei pressi di Perugia, fino all’incontro della linea da Roma ad Ancona, Perugia 1861; Prolungamento della ferrovia aretina per Perugia. Studio comparativo fra la linea del Trasimeno e quella della Val di Pierle dell’Ing. Luigi Tatti di Milano, Milano 1862; Archivio Storico del Comune di Magione, Regno d’Italia 1860/79, cat. IX, b. 105, fasc. ferrovia. Carteggio riguardante la costruzione delle S.F.R. Perizie. Espropri. Orari ferroviari ed altro relativo.



Monte Melino
LA STAZIONCINA DI MONTEMELINO
Nella radicale ridefinizione di gerarchie e direttrici di traffico che ha investito larga parte della rete ferroviaria "storica” regionale, risulta perfino di malagevole identificazione la presenza della piccola stazioncina che nei pressi del colle di Montemelino, scandiva la tratta Firenze-Foligno prima di addentrarsi marginalmente nel territorio di Corciano e puntare diretta verso Perugia. Certo è che se all’indomani dell’unificazione nazionale la necessità di infittire le maglie delle strade ferrate nelle regioni ex-pontificie – collegandole con le direttrici della Toscana e con la linea Pio Centrale Roma-Ancona – appariva del tutto pacifica, radicalmente diversi risultavano gli orientamenti sui possibili tracciati per collegare Arezzo e Cortona con Perugia. Dai primi mesi del 1861 fino al settembre dell’anno successivo, infatti, un’accesa disputa contrappose i sostenitori della linea del Trasimeno a quelli della linea Val di Pierle-Fratta: studi comparativi, petizioni, progetti e analisi economiche, accompagnati da un profluvio di carte e planimetrie, impegnarono tecnici, politici e faccendieri delle società private (esposte per ingenti capitali nella posa dei binari) in un’animata querelle che, come in altre simili circostanze, si concluse grazie alle fortissime pressioni e al parere vincolante del capoluogo perugino. Il decreto ministeriale che porta la data del 27 settembre 1862 e la firma di Agostino Depretis, titolare del dicastero dei lavori pubblici, approvava infatti, in via definitiva, la realizzazione della linea del Trasimeno, preferita all’alta valle del Tevere per ragioni tecnico-finanziarie e socio-economiche, ma soprattutto in virtù della riconosciuta preminenza storica e paesaggistica del lago: il territorio di Magione, dunque, sarebbe stato attraversato longitudinalmente da un ampio tratto della strada ferrata che puntava su Fontivegge, trasformando improvvisamente e radicalmente economie e strutture di molti suoi abitati, da Torricella fino appunto a Montemelino: «uscita la linea dalla galleria presso il chilometro 28, scende nella valle della Caina, abbastanza ampia e di dolce pendio, assecondandone la piegatura sotto Monte Sperello, e la attraversa presso il ponte di Monte Melino». Ed è proprio in corrispondenza di queste due stazioni (fatto salvo ovviamente l’imponente e febbrile cantiere rappresentato dalla galleria tra Magione e il lago) che l’arrivo del treno segnò le trasformazioni più significative e costrinse in larga misura anche le vecchie élites pontificie a fare i conti con la modernità. Non è possibile verificare l’attendibilità storica delle testimonianze che attribuiscono parte del "merito” alla pervicace opposizione dei neri conti Baldeschi al passaggio della strada ferrata sui ricchi poderi agricoli che si estendevano davanti al bel palazzetto di famiglia, sotto la costa del castello di Corciano: il tracciato della ferrovia, originariamente previsto parallelo al rettifilo della vecchia strada cortonese, da Magione a Taverne di Corciano e infine Ellera, sarebbe dunque stato costretto a deviare più a sud, passando appunto tra Montemelino e Castelvieto. Certo è che proprio a Montemelino i problemi tecnici furono numerosi: ancora nel luglio 1865 l’Impresa Costruttrice delle Strade Ferrate Livornesi doveva scrivere al sindaco di Magione per evidenziare la necessità della costruzione, visto il dislivello tra la strada comunale e la costruenda ferrovia, di «un sotto passaggio di m. 5,00 di luce libera, e siccome costruendo tale opera sulla strada comunale attualmente esistente, sarebbe necessario darle una obliquità troppo sentita, l’Impresa Costruttrice nell’interesse di evitare gli sconci che possono avvenire da un sottopassaggio obliquo, ha proposto di deviare la strada e costruire l’opera retta» : si dovette provvedere alla deviazione non solo della strada comunale, ma anche di un breve tratto del torrente Caina, con l’apertura di una nuova inalveazione vicino al mulino sul torrente Anguillara, di proprietà Conestabile, mentre assai complicate risultarono le operazioni di esproprio dei terreni, iniziate a partire dal 1864 e protrattesi a lungo per le resistenze manifestate nell’accettare le forme di indennizzo offerte dalle società private, in particolare da parte degli enti ecclesiastici (parrocchie, confraternite, cappelle e benefici vari, tra cui la Confraternita del SS. Crocefisso di Magione e la Confraternita del Rosario di Montemelino, retta dal parroco del paese don Giuseppe Vincenti, il Beneficio di S. Cristoforo in Magione, il Beneficio di Maria SS.ma delle Grazie di Magione, la Confraternita di SS.ma Annunziata di Castelvieto, la Parrocchia di Montesperello, oltre agli espropri del pubblico demanio per l’ex beneficio della Madonna delle Fontanelle di Magione e della Madonna del Soccorso). Potrebbe invece sorprendere il pacato assenso con cui la potentissima famiglia Conestabile della Staffa, storicamente incardinata tra i ranghi dell’élitefilopontificia, guardò all’esproprio o alla manomissione dei propri terreni di Montemelino e al passaggio del primo convoglio di prova che l’11 agosto 1866attraversò il territorio magionese fino a Ellera. Sembra già scritto in questo breve viaggio di collaudo il rapidissimo eclissarsi della stazione di Montemelino – come peraltro quella "gemella” di Torricella all’indomani dell’apertura della galleria – schiacciata tra le più importanti soste di Magione ed Ellera.

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