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 Mulini


S. TRIBBIOLI, I mulini idraulici lungo l’emissario del lago Trasimeno e sul torrente Caina, Tesi di Laurea anno accademico 1996/97, Università degli Studi di Perugia, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di Laurea in Lettere, Relatore prof. Alberto Melelli.



Casenuove
I MULINI DELL’EMISSARIO NELLA ZONA DI CASENUOVE
La presenza di mulini lungo l’emissario del lago Trasimeno a valle della galleria, è attestata a partire dal 1528; ciò lascia presupporre con un certo margine di certezza una loro edificazione nel corso del secolo XV, ovviamente dopo la costruzione del canale. Difficile dire quante siano state le strutture molitrici alla fine del medioevo a causa di carenza documentaria, anche se ne è stata proposta la presenza di ben 11 nel tratto compreso tra la galleria suddetta e la confluenza dell’emissario nel torrente Caina. Di esse, tuttavia, all’inizio del Settecento ne sono attestate solo sette. Una di queste, quella appartenuta alla famiglia Oddi di Perugia e ubicata subito fuori dalla galleria, fu demolita per ordine della Reverenda Camera Apostolica a causa dell’ingombro che recava al fosso. Non di meno il numero dei mulini rimase lo stesso, evidentemente una struttura fu costruita più a valle e sostituì quella distrutta. Nella zona di Casenuove, oggi, vi è quanto rimane di cinque mulini che, nell’ordine da monte a valle, sono: il Mulino del Ponte, il Mulino detto della Badia, il Mulino del Canneto, la Molinella e il Mulino Nuovo. Della prima struttura, trasformata in casa colonica, è ancora possibile riconoscere alcuni elementi originari come la colta, anche se trasformata in giardino, le due condotte forzate ed altro. Del Mulino detto della Badia, che conserva la pianta quadrangolare originaria, rimangono le due condotte forzate, ora chiuse, nonché un breve tratto di muro della colta. Il Mulino del Canneto, a pianta quadrangolare, conserva l’ingresso delle condotte forzate e attorno allo stesso vi si trovano frammenti di macine. La Molinella ha oggi l’aspetto di una villa in decadenza circondata da alberi. Sul retro rimane il passaggio delle acque, gli argini della colta e l’impronta del portone che chiudeva la gora. Attorno alla struttura vi sono diverse varietà di vecchie macine che, stando ai proprietari, vennero rimosse all’atto della trasformazione del mulino a grano in mulino per le olive. L’ultimo dei cinque mulini, il Mulino Nuovo, ha la colta occupata da un piccolo orto e conserva ancora tracce delle condotte forzate.

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