Archivio Storico del Comune di Magione, Governo Pontificio, II Restaurazione, b. 25, fasc.2, Ferrovia. Posizione riguardante il progetto di costruire le Strade ferrate (1847-1857); ibidem, Regno d’Italia, 1860/79, cat. IX, b.105, Carteggio riguardante la ferrovia umbro- aretina: perizie, espropri, orari ferroviari; G. P. Chiodini, Un diario dell’Ottocento. Il giornale magionese di Giuseppe Fabretti, Perugia 1999; La Magione, Magione 1976; U. Ranieri di Sorbello, Perugia della Bell’Epoca, Perugia 1970. |
Magione
LA STAZIONE FERROVIARIA DI MAGIONE E LA FERROVIA DEL TRASIMENO
La linea ferroviaria del Trasimeno, realizzata per collegare Cortona a Perugia e quindi a Foligno, fu solennemente inaugurata il 19 dicembre 1866, ultimando così il progetto di congiungere Firenze fino all’incontro con la strada ferrata linea Pio-Centrale Roma-Ancona. Vent’anni prima, un opuscolo del 3 novembre 1846, inviato dalla Società Nazionale per le Strade Ferrate nello Stato Pontificio al Governo di Magione, manifestava la volontà di papa Pio IX di portare pace, istruzione e benesseretra il popolo attraverso quella che è stata forse la più grande innovazione dell’Ottocento: la ferrovia. La realizzazione della rete ferroviaria nello Stato della Chiesa si presentò come un progetto di notevole portata sia per la circolazione nella penisola, sia politicamente per l’avvenire delle popolazioni italiane, oltre che per i nuovi possibili contatti commerciali con i paesi europei. Parallelamente alla costruzione della linea Roma-Ancona-Bologna iniziata nel 1857, si stava già pensando alla necessità di un collegamento con la Ferrovia aretina attraversando il territorio dell’Umbria. A questo scopo, il 23 febbraio 1861, il Governo del nascente Regno d’Italia stipulò una convenzione con la Società delle strade ferrate livornesi, mediante la quale si concedeva il diritto di portare a termine la costruzione e l’attivazione della ferrovia da Firenze per Arezzo e pressi di Perugia, fino all’incontro con la linea Roma-Ancona. Per l’attuazione di questo progetto furono individuati due tracciati: la linea di Val di Pierle e la linea del Trasimeno. Il primo si articolava nel territorio dell’Alta Valle del Tevere raggiungendo i paesi di Val di Pierle, Lisciano Niccone, Fratta, Ponte Felcino, passando ad una distanza di circa sette chilometri da Perugia. Il secondo tracciato, invece, lambiva le sponde del Lago Trasimeno e toccava le località di Borghetto di Tuoro, Passignano, Torricella, Magione, giungendo a Perugia nella zona di Fontivegge, distante soltanto un chilometro e mezzo dalla città.
Con un decreto del 27 settembre 1862, il Ministro dei Lavori pubblici Depretis comunicò che la congiunzione tra Toscana e Umbria sarebbe avvenuta attraverso la linea del Trasimeno. Lunga circa 65 chilometri, in prossimità del lago rimaneva a quattro metri sopra il livello delle acque, ad un’altezza ritenuta sufficiente in caso di burrasche. Dietro il borgo di Passignano, fu necessario scavare una piccola galleriadi 170 metri di lunghezza ed un’altra di circa 1.120 metri sotto il colle di Monte Colognola. Quest’ultima non necessitava di particolari rivestimenti in muratura e, poiché il colle superiore non presentava un’altezza eccessiva, furono attivati tutti i pozzi necessari al fine di accelerarne la costruzione. Iniziati nell’estate del 1864, i lavori del tunnel vennero ultimati il 7 febbraio 1866, ma rispetto al progetto iniziale, fu necessario scavare per 1.301 metri, 181 in più di quelli ipotizzati. Per quanto concerne la stazione ferroviaria di Magione, iniziata nell’agosto del 1866, si stabilì che doveva essere di quarta classe, con un piccolo magazzino per le merci. Da alcune lettere intercorse tra l’ingegnere Cesari della Società delle strade ferrate livornesi e il sindaco, apprendiamo che ci fu un certo malcontento da parte della popolazione in merito alla scelta della sua ubicazione, individuata a circa 400 metri dall’uscita della galleria, a ponente del presidiole Fonti. Si faceva notare che il terreno era in una zona acquitrinosa e risultava disagevole raggiungerla da parte degli abitanti del paese. La soluzione proposta dal sindaco era di spostarla a levante del presidio sopracitato, in prossimità della strada per San Feliciano. Nonostante le pressanti sollecitazioni, per ben due volte la risposta dell’ingegnere Cesari fu negativa, adducendo il fatto che le condizioni altimetriche della ferrovia non consentivano una simile modifica. Inoltre, una eventuale variazione avrebbe comportato una spesa più onerosa per la società costruttrice, che nemmeno ilSuperiore Governo avrebbe approvato. Il primo orario ferroviario riferito alle Strade Ferrate Romane (Sezione nord), rinvenuto presso l’archivio storico di Magione, è quello entrato in vigore il 1 agosto 1868. Partendo da Perugia alle 4,13 si arrivava alla stazione centrale di Firenze alle 8,45. I centosessantacinque chilometri che separavano le due città erano dunque percorsi in quattro ore e mezza circa. Da Magione, per recarsi nel capoluogo umbro distante 21 chilometri, si impiegava una quarantina di minuti; la mattina, ad esempio, il treno che partiva alle 10,27 giungeva a Fontivegge alle 11,07.Tra le varie tipologie di treni esisteva l’omnibusche aveva una velocità di cinquanta chilometri orari, il Direttoche toccava i cinquantacinque chilometri e non si fermava in tutte le stazioni. Il treno misto, adibito al trasporto di merci e passeggeri, non superava i quaranta chilometri, mentre quello merci non poteva andare oltre i trenta. Le carrozze a disposizione dei viaggiatori erano di prima, seconda e terza classe. La vendita dei biglietti cessava cinque minuti prima della partenza dei treni e, a coloro che ne erano sprovvisti, era vietato l’accesso alle sale d’aspetto e quindi ai treni. I biglietti dovevano essere esibiti ogni qualvolta le guardie ne facevano richiesta, anche durante la corsa. I cani potevano essere trasportati solo se muniti di museruola e collocati negli appositi canili.L’Amministrazione delle ferrovie non era tenuta a mettere a disposizione dei passeggeri fumatori un numero maggiore di posti rispetto a quelli disponibili sul treno. Infine, gli orologi di tutte le stazioni erano regolati col tempo medio di Roma. Dalle cronache dell’epoca si apprende che non tutti giudicarono l’avvento della ferrovia come un fatto positivo. Secondo alcuni era un mezzo di trasporto costoso, una "diavoleria moderna” che aveva devastato grandi fasce di appezzamenti agricoli e costretto numerosi coloni, a seguito degli espropri, a trovarsi un nuovo lavoro. Era questo indubbiamente il problema più grave da affrontare poiché, per molti, la terra tolta rappresentava l’unico mezzo di sostentamento. Per ovviare a questa situazione, molti degli espropriati furono impiegati nei lavori di costruzione della linea ferroviaria e, una volta ultimati, furono assunti come guardieo cantonieri. Demolita nel 1944, a seguito dei bombardamenti avvenuti durante la seconda guerra mondiale, la stazione ferroviaria di Magione è stata interamente ricostruita. FOTOGALLERY |
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