Monumenti

G. Riganelli, Religione e strutture religiose in area magionese dall’antichità ai primi secoli dell’età moderna, in Magione: venti secoli di storia, cultura, ritratti e spiritualità, Magione 2001, pp. 1-177; Torre dei Lambardi, testi a cura di G. Riganelli, Foto di M. Dogana, Magione (2003).


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Magione
TORRE DEI LAMBARDI
Edificata tra XII e XIII secolo, la torre dei Lambardi – o Lombardi – costituiva nel basso medioevo uno dei momenti cardine dell’apparato difensivo di Pian di Carpine, l’attuale Magione. Ubicata sulla sommità del colle su cui sorge l’insediamento, lungo l’antica strada che da Perugia conduceva al Trasimeno e a Cortona, da questa fortezza si potevano agevolmente controllare i movimenti sull’intero asse viario. La sua posizione, sotto l’aspetto strategico-militare, era talmente felice che si può proporre la struttura anche come sede degli officiali perugini deputati alla riscossione dei pedaggi dovuti da chi si trovava a transitare in questa parte del contado nella seconda metà del Duecento. E questo, va evidenziato, nonostante il fortilizio sia stato di proprietà dei Cavalieri Gerosolimitani, attuali Cavalieri di Malta, giunti a Pian di Carpine alla metà del secolo XII, quando edificarono l’ospedale di S. Giovanni – odierno castello dei Cavalieri di Malta –.

Nella tarda primavera del 1335 la torre fu occupata dall’aretino Pier Saccone, un esponente di spicco della famiglia dei Tarlati di Pietramala, dopo un assedio durato un giorno intero. Ma il fortilizio fu tenuto per poco tempo e quando le truppe agli ordini dell’aretino si ritirarono dal contado di Perugia, alla fine di giugno o all’inizio del mese successivo, tornò ai legittimi proprietari. A distanza di qualche decennio, nel contesto del conflitto tra Perugia e Chiesa che avrebbe sancito un primo ritorno della città sotto il controllo pontificio, il fortilizio fu nuovamente occupato. Nel 1370, ultimo anno di guerra, l’esercito pontificio occupò la torre bloccando in tal modo il flusso delle derrate alimentari, in particolare del pesce, che dalla riva settentrionale del lago giungeva in città. Il governo perugino incaricò allora Contucciolo di Arlottuccio di provvedere al recupero del fortilizio. Ma il tentativo era fallito e Contucciolo era stato fatto prigioniero. Sta di fatto che il 17 marzo 1371, circa quattro mesi dopo la fine della guerra, il consiglio cittadino deliberò il pagamento di 250 fiorini d’oro per la liberazione di costui. Alla metà degli anni ’80 del Trecento, la torre tornò al centro di vicende militari e, nel dicembre del 1384, Cinolo di Nicolò dei Montesperelli, una delle più antiche famiglie nobiliari perugine, penetrò con alcuni suoi seguaci all’interno del fortilizio occupandolo. Dopo una lunga trattativa con il Montesperelli, il 5 giugno 1385 si aveva il recupero della torre da parte del comune di Perugia e si deliberava la sua restituzione ai Cavalieri Gerosolimitani.

Perdute in maniera definitiva le funzioni militari per cui era stato costruito, tra XVI e XVII secolo il fortilizio passò a far parte delle proprietà detenute dalla comunità locale che, nel corso del secolo XVIII e buona parte del successivo, lo utilizzò come canile comunale, mentre sul terreno circostante si teneva l’annuale fiera del bestiame e si stendevano ad asciugare le pelli degli animali derivanti dalle mattazioni. Nella seconda metà del secolo XIX la rovina dell’antica struttura aveva raggiunto livelli tali da decretarne il definitivo abbandono per ragioni di sicurezza. A partire da tale periodo e dai primi anni del secolo XX, la torre tornò tuttavia ad essere protagonista della storia di Magione, almeno per quanto riguarda l’amministrazione comunale. È infatti a partire dai primi anni del Novecento che iniziò a farsi strada l’idea di un restauro del fortilizio. Occorrerà però attendere circa tre quarti di secolo, per vedere l’inizio dei lavori di restauro, avutosi nella primavera del 1983.

Per quanto concerne il nome del fortilizio, «Torre dei Lambardi» o «Torre dei Lombardi», è da notare come lo stesso sia probabilmente frutto di una tradizione orale accolta sul finire del secolo XVIII nella cultura scritta, ma non recepita dalla cartografia ufficiale. Come torre di Lombardi o de’ Lambardi è infatti menzionata per la prima volta in quel periodo e, a quanto sembra, il fortilizio assunse questo nome dopo il 4 giugno 1688 a ricordo dell’uccisione presso lo stesso di Marcello Lombardi. Tale ragione, tuttavia, non dà conto della variante Lambardiche, invece, si legittima con il ricondurne l’origine a questo termine, lo stesso con cui nel basso medioevo venivano indicati i nobili delle comunità rurali in maniera generica e lombardine costituisce un esito successivo. Individuare nei Cavalieri Gerosolimitani i nobili a cui si riferiva il termine appare scontato.


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